Il Podestà
Il Podestà era un governatore nominato da Firenze per amministrare il castello di Monsummano per un periodo di sei mesi. Riceveva un compenso di 260 fiorini e doveva portare con sé due guardie armate e un cavallo, pagando tutto con il suo stipendio. Non poteva lasciare il castello né dormire fuori, e alla fine del mandato veniva sottoposto a un processo per verificare la sua gestione, basata su accuse anonime degli abitanti. Aveva molti compiti: mantenere l'ordine pubblico, vigilare sulle campagne e la città, la riscossione delle tasse, gestire le strade e la sicurezza, e prevenire incendi. Era giudice della comunità, tuttavia, per i crimini più gravi, come quelli punibili con la pena di morte, la giustizia era affidata al tribunale di Pescia. Il governo locale era gestito da un'assemblea chiamata Consiglio generale, che eleggeva diversi incarichi, tra cui i priori, difensori, consoli e capitani di parte guelfa per le fortificazioni e la sicurezza militare. Il Consiglio veniva rinnovato ogni sei mesi scegliendo una sorta di 23 membri da un elenco di 69 cittadini. Inoltre, venivano eletti due vicari, incaricati di sostituire il podestà se necessario, ma solo per due mesi. Un aspetto curioso è che il ladro di polli veniva punito esponendolo alla gogna, legato a una colonna del palazzo per un'intera giornata.
